LIFE PollinAction ha suscitato l’interesse di diverse aziende agricole ma anche di singole persone che hanno spontaneamente deciso di applicare nelle proprie coltivazioni o nei propri giardini le buone pratiche sviluppate nell’ambito del progetto.

Isabel Piovesana

Mi chiamo Isabel Piovesana,
sono nata a San Vito al Tagliamento (PM) da madre australiana (Cairns) padre italiano (Vittorio Veneto-TV). Sono cresciuta a Sarmede (TV), il Paese delle Fiabe, una cittadina di provincia ai confini tra Veneto e Friuli e ai piedi delle Prealpi trevigiane.

Ho frequentato il sistema scolastico italiano fino alla seconda liceo scientifico virando poi verso un percorso anglosassone. Mi sono infatti iscritta all’ H-International School di Roncade (TV) con l’idea di conseguire il Baccalaureato Internazionale (IB).

Come parte integrante del percorso l’ IB si richiede ad ogni studente dell’anno MYP5 ( corrispondente alla terza liceo) di realizzare un progetto su un argomento a piacere che sarà poi valutato da una commissione composta da membri di vari paesi.

Sin da piccola mi hanno particolarmente colpito i temi legati all’ambiente e l’impatto sulla biodiversità generato dalla presenza umana.

Ho un ricordo vivido dei pomeriggi primaverili trascorsi con i miei genitori a raccogliere fiori ed erbette spontanee che disegnavano chiazze di colori sul verde del prato di fianco alla nostra abitazione in campagna. Il campo rappresentava perfettamente il concetto di biodiversità che avevo appreso sui libri: varietà di insetti, piccoli animali, fiori, colori, odori, lepri che saltellavano e il canto delle cicale che convivevano in un ambiente comune.

Poi cominciò l’avanzata di Re Prosecco con i suoi filari intensi e perfetti e il suo verde uniforme. Improvvisamente, da un giorno all’altro il tutto sparì. Al posto del mio amato campo nacque un vigneto di prosecco. I prati si riducevano a strette capezzagne per il passaggio di trattori con botti cariche di verderame e pesticidi vari dal sapore acre.

L’idea del prato fiorito in fondo in fondo, nasce proprio da questo episodio. Cominciai a pormi domande sul perché e fino a che punto fosse giustificabile questo sfregio dei prati fioriti e del canto delle cicale in fuga in nome di una monocoltura.

Lo scopo del mio progetto è quello di creare una stesura dettagliata delle varie fasi necessarie alla realizzazione di un prato fiorito. Verrà in seguito presentato all’ H-Farm con l’auspicio che parte dei 50 ettari del campus, ora destinati a prato erboso, vengano convertiti a prato fiorito, creando così un habitat favorevole alla biodiversità e quindi anche alla salvaguardia degli impollinatori.

Nell’autunno 2021 ho creato un’area pilota di prato fiorito con dimensioni ridotte, utilizzando alcune specie di piante suggerite da Veneto Agricoltura.

A questo scopo ho quindi coinvolto gli studenti della classe MYP 1 (che corrisponde alla prima media), ai quali ho presentato le caratteristiche del progetto e fornito informazioni sulla biodiversità, sull’ambiente e sul mondo degli impollinatori così da aumentare la loro consapevolezza su questi temi. Con il loro aiuto ho piantumato l’area pilota tra una pioggia e l’altra e ora attendiamo i primi tepori per la fioritura e per capire come e se questa zona attirerà impollinatori o se il progetto non avrà successo. Vi terrò aggiornati successivamente.