Finanziaria 2004: misure per l”Università; la Segreteria scrive ai Senatori della maggioranza.

CONFEDIR – DIRSTAT Comparto Università Segreteria nazionale c/o Università Ca” Foscari Dorsoduro 3246 30123 Venezia Tel. 041.234,8076 Fax 041.234.8079 E-mail: diruniv@unive.it                                                                                    

Oggetto: Finanziaria 2004 – misure per l”Università.

Gentilissimo Senatore,

conoscendo la Sua attenzione per i problemi dell’Università e per le istanze  della Dirstat Confedir di cui questa Associazione è parte, a favore del management pubblico, mi permetto di evidenziarLe la preoccupazione di questa Segreteria che esprime il comune pensiero degli associati presenti negli Atenei, per l”insufficienza delle ulteriori risorse (+ 4% complessivo per ciascun anno del triennio 2004 2006  rispetto al fabbisogno determinato a consuntivo nell”esercizio precedente), previste nel Disegno di legge Finanziaria approvato dal Governo a favore delle Università (vedi art. 4) sia per far fronte agli oneri contrattuali correnti per il personale, sia per rispondere alle domande di innovazione di prodotti e di processi, in ogni campo, e di elevata formazione delle risorse umane, entrambe essenziali per la competitività del nostro Paese.

Superfluo sottolineare che la riforma della didattica con la diversa strutturazione dei corsi di laurea non è stata accompagnata negli anni passati da un piano pluriennale di investimenti atto a sostenerla, eppure è stata portata avanti dagli Atenei con risultati che sembrano meritare attenzione, se cresce il numero degli iscritti, pur in situazioni logistiche e funzionali certamente difficili per chi è chiamato a far ricerca e/o didattica e per chi segue i relativi corsi. Ebbene lo stesso Disegno di legge Finanziaria all’art. 4 prevede subito dopo per il CNR e altri istituti di ricerca un incremento pari al 5%, a fronte del 4% di cui si diceva prima per le Università e poi all”art. 21 istituisce il Collegio d’Italia per promuovere la scienza, l’arte, la cultura, prevedendo di concedergli in uso beni del patrimonio pubblico (quando le Università non hanno spazi per svolgere la loro crescente attività, se non attraverso costosi contratti di affitto e altrettanto costosi e defatiganti interventi di restauro per i quali i fondi per l”edilizia universitaria sono stati progressivamente ridotti e continuano a ridursi). Ebbene ancora il D.L. che precede e accompagna la Finanziaria, istituisce all”art. 4 l’Istituto italiano di Tecnologia con lo scopo di promuovere lo sviluppo tecnologico del Paese e l’alta formazione tecnologica, favorendo lo sviluppo del sistema produttivo nazionale, con costi anche a carico dello Stato e relative risorse frutto delle maggiori entrate prodotte dallo stesso Decreto Legge!

 E i Politecnici ? E le Università? Forse non sono adatte allo scopo? Forse non è possibile mettere in rete tutto quanto già c’è e farlo rendere al massimo?

Gentilissimo Senatore, mi scusi se mi sono dilungato, ma occorreva per anticipare una risposta banale che potrebbe essere data: “si dà poco all”Università perché le risorse mancano”.

Le disposizioni evidenziate dimostrano sperequazioni nella distribuzione delle risorse tra settori simili e ulteriore crescita delle strutture già esistenti competenti ad intervenire, disperdendo risorse.

Mi appello quindi alla Sua sensibilità perché si faccia promotore presso il Suo gruppo parlamentare e presso i Gruppi della maggioranza perché vengano eliminate diversità non ragionevoli e  concentrate le risorse esistenti, investendone ulteriori attraverso anche modesti limiti di impegno a carico dello Stato che consentano l’accensione da parte degli Atenei di mutui finalizzati allo sviluppo della ricerca di base nei vari campi sulla base di precisi progetti e allo sviluppo  dell’innovazione tecnologica, presupposti entrambi per la creazione di sinergie tra Università e mondo delle imprese grandi, medie e piccole per lo sviluppo della ricerca applicata e per l”interscambio tra  realtà universitaria e realtà imprenditoriale.

Sul fronte delle risorse umane da anni si continua a portare avanti una strategia di blocco generalizzato delle assunzioni a tempo indeterminato, salvo deroghe difficilmente ottenibili e comunque con tempi molto lunghi, dannosa per il mantenimento di buoni livelli di performance della missione degli Atenei, didattica e ricerca, ugualmente dannosa per il mantenimento di buoni livelli di efficienza nel tempo dell’attività di gestione amministrativa. E’ opportuno piuttosto prevedere flessibilità anche nel campo delle assunzioni, consentendole, con rapidità correlata alle esigenze, a chi ha rispettato le regole restando nei limiti del fabbisogno, così mettendo in atto una strategia di indirizzo controllo del MIUR sugli Atenei che punti sulla responsabilità di questi ultimi, via via premiata o sanzionata, in sede di valutazione, a seconda dei risultati ottenuti.

E’ questa la strada virtuosa da percorrere per coniugare correttamente autonomia degli Atenei, responsabilità per le risorse ricevute con capacità di competere nel tempo e non solo a breve.

Le risorse per i nuovi contratti 2004/05 del personale tecnico amministrativo, dei collaboratori linguistici e dei dirigenti sono ritenute insufficienti, sia in assoluto, sia in relazione alla scarsità delle risorse da reperirsi dagli Atenei per gli oneri posti a loro carico per tale personale, come per il personale docente con D.P.C.M. di giugno 2003 in corso di impugnazione presso il TAR Lazio. Ciò peggiora la situazione attuale che vede tutto il personale amministrativo di cui sopra privo di contratto per il biennio 2002/03 per il quale la negoziazione non è stata nemmeno avviata, vede il personale docente privato dell”aumento stipendiale per mancanza di risorse, ed è fonte di crescita della conflittualità e della demotivazione. La riproposizione della situazione di stallo succeduta all’accordo positivo del Vice Premier Gianfranco Fini di febbraio 2002 con le OO.SS. del P.I. costituirebbe un handicap gravissimo per l’auspicato rilancio dell’azione di modernizzazione della P.A., più volte enunciata da questa maggioranza, ma contraddetta non solo per le note ristrettezze connesse all”andamento economico negativo, ma per continui stop and go frutto di contrasti evidenti sugli obiettivi da perseguire.

Ad esempio con l’art. 17 della legge 145/2002 è stata istituita la vice dirigenza per gli ex direttivi, prevedendone l”applicazione, pur se con un percorso tortuoso, anche nelle Università, come negli altri comparti pubblici. Ebbene, siamo ancora all”anno zero, con conseguente grave demotivazione dei funzionari non dirigenti che pur avevano posto speranze sull’approvazione del nuovo istituto, frutto della battaglia della DIRSTAT condivisa dal suo gruppo e dall’attuale maggioranza. Questa Segreteria, si appella alla Sua nota attenzione alle istanze di questa organizzazione sindacale perché la finanziaria 2004 preveda esplicitamente risorse specifiche per l’attivazione in tutti i comparti da tale anno, come previsto, per il nuovo istituto, che, se finalmente realizzato, consentirà agli interessati di ricredere alla serietà degli impegni assunti dal Suo gruppo e dall’attuale maggioranza, di trovare nuove motivazioni e prospettive di sviluppo professionale, con ricadute positive sull’efficienza amministrativa gestionale degli Atenei e in molti casi anche con un risparmio di spesa, atteso l”abnorme e non controllato proliferare di incarichi dirigenziali a tempo, a volte giustificati dal blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, a volte giustificato dalla necessità di non perdere risorse qualificate che diversamente abbandonerebbero gli Atenei per l’irrisorietà della retribuzione e soprattutto l’assenza di riconoscimento delle competenze e di prospettive di sviluppo professionale.

Concludendo, per mantenere ed anzi accrescere la competitività del Paese occorre, ad avviso di questa Segreteria, investire fortemente su chi è maggiormente chiamato a garantire efficienza per sfruttare la competitività (e tra questi c’è una P.A. ammodernata) e su chi è maggiormente chiamato a creare le condizioni necessarie perché il nostro Paese competa nel mercato globale (e tra questi è fondamentale il ruolo dell”Università in tema di formazione delle risorse umane al più alto livello e di innovazione di prodotti e di processi frutto della ricerca), invece, al momento, si deve constatare che le risorse previste per tali settori sono insufficienti e ciò impedisce di dare una svolta significativa a questo Paese.

Questa Segreteria si augura quindi che queste note per le motivazioni esposte trovino il Suo autorevole sostegno ed è per questo che La ringrazio per l’attenzione e per quanto potrà fare in sede parlamentare per l’Università nell’interesse del Paese.

Cordiali saluti

Venezia 28 ottobre 2003

Il Segretario Nazionale Dott. Francesco Sorrentino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *