Adolfo Ottolenghi (1885 – 1944)

Foto proveniente dall’archivio fotografico del CDEC

Nato a Livorno nel 1885, consegue il titolo di rabbino nel 1907 presso il Collegio Rabbinico di Livorno e, contemporaneamente, la laurea in Giurisprudenza all’Università di Pisa.

Adolfo Ottolenghi, la moglie Regina Tedeschi Ottolenghi insieme ai figli Eugenio e Carlo (1917). Foto proveniente dall’archivio fotografico del CDEC

Nel 1911 viene nominato rabbino a Venezia e si trasferisce in città con la moglie Regina Tedeschi, che lo aiuterà sempre nel suo impegno quotidiano, anche al sopraggiungere della cecità.

Proprio a causa della grave miopia durante la prima guerra mondiale viene escluso dal servizio militare, ma si impegnò per aiutare i profughi ebrei.

Ottolenghi si impegna molto anche nell’organizzazione della beneficenza, nell’educazione dei giovani e nello studio della storia degli ebrei di Venezia.

Adolfo Ottolenghi con i ragazzi della Comunità

Resta in città anche dopo la prima grande retata effettuata nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 1943, per continuare ad assistere i membri della Comunità ebraica ancora presenti a Venezia. 

La moglie riesce a mettersi in salvo grazie all’aiuto del notaio Elio Gallina di Treviso.

Viene arrestato con gli ospiti della Casa Israelitica di riposo il 17 agosto 1944 e deportato ad Auschwitz, dove muore.

Oltre alla pietra d’inciampo  posta il 14 gennaio 2015 (Cannaregio 2346/B), a lui sono dedicate una targa in Ghetto e una parte del Bosco di Mestre.

Fonti: CDEC, IVESER, YAD VASHEM, RabbinoOttolenghi.it

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Targa dedicata al Rabbino Ottolenghi, posizionata in Calle del Ghetto Vecchio

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