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Nel novembre del 1942, Angelo Coatto parte per la Francia occupata come sottotenente medico e qui si distingue e riceve un encomio solenne. In questo periodo comincia a scrivere un diario.
L’8 settembre 1943, giorno dell’ armistizio , Coatto si trova in zona d’occupazione e decide di tornare in Italia dove, a Venezia, prende contatti con alcuni vecchi compagni del Fuci per dare il suo contributo al movimento della resistenza.
Nel marzo del 1944 la sua posizione si aggrava perché si schiera apertamente a sostegno di alcuni colleghi medici minacciati di deportazione. Si trasferisce quindi a Pola per sfuggire alla polizia, e utilizzando la sua professione di medico come copertura, si occupa di propaganda antifascista fino a raggiungere una banda partigiana.
A Pola ricopre l’incarico di dirigente del reparto neurologico dell’ospedale civile , ma continua a collaborare alla lotta dei patrioti italiani contro i nazisti.
Sono state raccolte molte testimonianze che descrivono il dottor Coatto come una persona rispettata, popolare e degna di ammirazione che seppe dare assistenza medica, morale e materiale sia alla gente comune che ai partigiani feriti.
Il 16 settembre 1944 Angelo Coatto e un suo collaboratore vengono arrestati da un comando tedesco, seviziati e minacciati. Coatto non rivela alcuna informazione e rimane in silenzio rifiutando anche di essere salvato in cambio di collaborazione dimostrandosi estremamente coraggioso e leale.
Il 2 ottobre viene prelevato dal carcere insieme ad altri venti ostaggi e portato a Gallesano, sulla strada che va da Pola a Dignano: qui, come rappresaglia per l’uccisione di tre banditi fascisti, Coatto e gli altri ostaggi vengono fucilati.
I corpi vennero sepolti in una fosse comune nel cimitero di Gallesano.
Fonte: https://biografieresistenti.isacem.it/biografie/coatto-angelo/
Contenuti realizzati dagli studenti del Liceo Benedetti Tommaseo di Venezia