Campo del Ghetto Novo, Cannaregio 2874

Tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazionalità appartengano e comunque residenti nel territorio nazionale debbono essere inviati in appositi campi di concentramento; tutti i loro beni mobili e immobili debbono essere sottoposti a immediato sequestro in attesa di essere confiscati nell’interesse della Repubblica Sociale italiana (…). “Siano per intanto concentrati gli ebrei in campi di concentramento provinciali in attesa di essere riuniti in campi di concentramento speciali appositamente attrezzati”.

Con quest’ordine del 30 novembre 1943, le autorità italiane avevano ufficialmente assunto in proprio l’iniziativa della persecuzione delle vite degli ebrei.

Nell’estate del 1944 un gruppo di SS, reduci da Treblinka, agli ordini di Franz Stangl, fu particolarmente attivo nella ricerca e deportazione degli ebrei. In una prima retata, le SS deportarono circa 90 persone: tra questi ventidue ultrasettantenni ospiti della Casa di Ricovero e il rabbino capo Adolfo Ottolenghi.

Riccardo Calimani, Storia del Ghetto di Venezia, Rusconi, Milano, 1985, p. 467 – 469; Michele Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, Einaudi, Torino, 2007, p. 269

Abolaffio, Regina (1870 – 1944)

Ancona, Ada (1873 – 1944) Ancona, Ida (1871 – 1944)

Bassani, Edoardo (1876 – 1944)

Casa Israelitica di riposo (1943 – 1945)

De Leon, Rosa (1878 – 1944)