THE LAGODEKHI SURVEY


     The Lagodekhi survey was started in 2018 by the Georgian-Italian expedition in collaboration with Dr. Kristen Hopper of Durham University (UK). The aim of the survey is to map the archaeological remains of the Lagodekhi Municipality in the Kakheti province of Georgia in order to reconstruct the development of human settlement in the region and to provide local authorities with a tool for its protection and valorisation. The Municipality extends over an area of ca 900km2 at the eastern limit of Georgia, near the present border with Azerbaijan. It is situated between the foothills of the Greater Caucasus range and the valley of the Alazani River, one of the main tributaries of the Kura. The survey area covers a diverse range of environmental zones, like forested foothills, alluvial fans, small river valleys, cultivated plains and a wide belt of dense lowland forest near the left bank of the Alazani River.
     The Alazani Plain has been heavily cultivated and irrigated through time. Traces of canal systems dating back to Antiquity have been a source of interest to geographers and archaeologists from the early 20th century. Significant changes to the landscape can clearly be traced throughout the second half of the 20th century as, like in many other regions of the Southern Caucasus, agricultural intensification throughout the Soviet period (especially collectivised agriculture, deep ploughing, and the construction of irrigation systems) has resulted in a very different landscape from that of the past. These factors, in addition to the heavily vegetated landscape, significantly affect our ability to read the archaeological record, and require carefully devised survey strategies.
     The methodology employed so far involves both extensive and systematic intensive pedestrian survey (transects) guided by the remote sensing of satellite imagery and aerial photos, published literature, and local knowledge.
     The 2018 survey resulted in recording the locations of 70 archaeological sites of different periods, which varied in altitude from ca 200 to ca 700 m a.s.l. and ranged from Medieval churches to low mounded sites that likely represent Chalcolithic settlements. Of special interest appears the concentration of large kurgans (monumental barrows), most of which presumably belonging to the later 3rd millennium BC Early Kurgan cultures, at the northern border of the forest flanking the Alazani river in the Chabukhiani/Ananauri area, about 30 of which have been mapped up till now. On imagery, kurgans on the cultivated plain either appear as small circular mounds or as areas of vegetation that have been avoided by ploughing or possibly, in cases when they had been completely ploughed out, by roughly circular soil discolourations. Kurgans located in forested areas are sometimes visible on the modern high resolution imagery because of visible differences in vegetation growth on top of the kurgan.


LA RICOGNIZIONE DI SUPERFICIE


     La ricognizione di superficie della Municipalità di Lagodekhi è iniziata nel 2018 ad opera della missione archeologica georgiano-italiana in collaborazione con la dott.ssa Kristen Hopper della Durham University (Regno Unito). Lo scopo della ricognizione è quello di mappare i resti archeologici della Municipalità di Lagodekhi nella provincia di Kakheti, in Georgia, al fine di ricostruire lo sviluppo dell’insediamento nella regione e fornire alle autorità locali uno strumento per la sua protezione e valorizzazione. La Municipalità si estende su un'area di circa 900 kmq al limite orientale della Georgia, vicino all'attuale confine con l'Azerbaigian. Si sviluppa tra le propaggini meridionali della catena del Grande Caucaso e la valle del fiume Alazani, uno dei principali affluenti del Kura. L'area della survey è caratterizzata da una vasta gamma di zone ambientali: colline boscose, conoidi alluvionali, piccole valli fluviali, pianure coltivate e un'ampia fascia di fitta foresta che fiancheggia la riva sinistra del fiume Alazani.
     La pianura dell'Alazani è stata coltivata e irrigata intensivamente nel corso del tempo. Tracce di sistemi di canali risalenti all'antichità sono stati una fonte di interesse per geografi e archeologi sin dagli inizi del XX secolo. Cambiamenti significativi del paesaggio possono essere chiaramente rintracciati in tutta la seconda metà del XX secolo: come in molte altre regioni del Caucaso meridionale, l'intensificazione avvenuta agricola durante il periodo sovietico (in particolare l'agricoltura collettivizzata, l'aratura profonda e la costruzione di sistemi di irrigazione) ha portato ad un paesaggio molto diverso da quello del passato. Questi fattori, oltre alla fitta copertura vegetale, influenzano in modo significativo la nostra capacità di "leggere" la documentazione archeologica e richiedono strategie di indagine attentamente pianificate.
     La metodologia utilizzata finora comprende sia la ricognizione estensiva che la ricognizione intensiva sistematica (a piedi) di aree selezionate, i cosiddetti transetti, guidata dallo studio di immagini satellitari e foto aeree, pubblicazioni e informazioni orali fornite dalla popolazione locale.
     La ricognizione di superficie della campagna del 2018 ha portato alla mappatura di 70 siti archeologici di periodi diversi localizzati ad altitudini variabili da circa 200 a circa 700 m sul livello del mare, che vanno da chiese medievali a siti posti su basse colline, che probabilmente rappresentano insediamenti del periodo Calcolitico. Di particolare interesse appare la concentrazione di grandi kurgan (tumuli monumentali) – finora ne sono stati rinvenuti una trentina – molti dei quali presumibilmente appartenenti al terzo millennio a.C., ossia al periodo detto "degli Early Kurgan", nella zona di Chabukhiani/Ananauri al confine settentrionale della foresta che fiancheggia il fiume Alazani. Nelle immagini satellitari i kurgan appaiono sulla pianura coltivata come piccoli tumuli circolari o come aree di vegetazione che sono state evitate dall'aratura o, possibilmente, nei casi in cui siano stati completamente obliterati dall'aratura, come scolorimenti del terreno di forma approssimativamente circolare. I kurgan situati nelle aree boschive sono a volte visibili nelle moderne immagini satellitari ad alta risoluzione a causa delle differenze riconoscibili nella crescita della vegetazione sulla cima al tumulo.