A X O N

Greek Historical Inscriptions

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ID AXON

195

Author(s)

Alice Bencivenni

Date

25-10-2017

Title

Dossier di Nehavend: lettera di Menedemo e lettera/prostagma di Antioco III

Abstract (max. 650 characters with spaces included)

Attraverso una lettera/πρόσταγμα, rinvenuta a Nehavend, l’antica Laodicea di Media, inviata a Menedemo, governatore della Media (o forse anche delle Satrapie Superiori), nel 193 il re Antioco III istituisce il culto ufficiale della moglie, la regina Laodice, attraverso la nomina di grandi sacerdotesse eponime, scelte tra le principesse del regno, e prescrive che la lettera sia pubblicata su stele in più esemplari nei luoghi più eminenti (esemplari conformi sono stati rinvenuti nella regione di Kermanshah, Axon nr. 171, e a Dodurga, nell’antica Frigia, Ma 2002, nr. 37). In Media (se non anche con incarico su tutte le Satrapie Superiori) è designata come grande sacerdotessa Laodice, figlia di Antioco III e di Laodice, moglie del proprio fratello Antioco (il figlio) coreggente (nell’esemplare frigio è nominata, per la satrapia della Grande Frigia, Berenice figlia del dinasta Tolemeo di Telmesso, che fu figlio di Lisimaco (II) e nipote di Tolemeo figlio del diadoco Lisimaco (I)). L’efficace trasmissione dell’ordine, attraverso la catena dei funzionari subordinati, raggiunge l'epistates Apollodoto e la città di Laodicea di Media in circa tre mesi. L’attivo ruolo politico della regina Laodice, noto dalla sua corrispondenza con Sardi, Teo, Iaso e, forse, Colofone, è esaltato dall’ordinanza che offre testimonianza diretta esclusiva sul culto dinastico seleucide. La data di fondazione, presupposta dal testo, di un grande sacerdozio eponimo del re vivente e degli antenati rimane controversa.

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Object type

Stele; rock; h 119 cm. Complete. Con base inferiore sporgente e frontone (h 12), decorato da acroteri a palmetta e da una corona al centro e sostenuto da due steli con fiore; retro grezzo.

Chronology

194/3 BC [Lettera di Menedemo datata secondo era seleucide e calendario macedone al 19 o 26.6.193; lettera/πρόσταγμα di Antioco III tra il 18.2 e il 18.3.193].

Type of inscription

Official letter.

Findspot and circumstances

Ante 1946/7. Rinvenuta casualmente prima del 1946/7, forse nel 1944 (Rahbar et al. 2014, 3). Iran, Nemavand (Nahavand), su di una altura forse identificabile con l’acropoli, allora ai margini dell’insediamento di Nehavend.

Preservation place

Iran, Teheran, Museo Nazionale dell'Iran.

Script

Structure: prose.
Layout: specchio epigrafico: 85x46-48; ogni linea inizia con una parola intera e può finire con un vacat variabile; le due epistole sono separate da un vacat e terminano con la data allineata a destra.
Execution technique: engraved.
Letter size: 1,8 (in alto); 1 (in basso).
Paleography: scrittura elegante; lettere con tratti finali ingrossati o apicature, inscritte idealmente tra due linee parallele, tranne omicron e theta, più piccoli, talvolta inseriti in altri caratteri; theta con cerchietto interno, phi con ovale.
Arrangement: left-to-right.
Language: koinè.

Lemma

Robert, Hellenica VII 5-29, tavv. I-IV [Pouilloux, Choix nr. 30]; Clairmont 1948 [I.Estremo Oriente nrr. 277-278; Merkelbach - Stauber, Jenseits des Euphrat nr. 301; Aneziri 2009, 87-96 E8 (K. Zoumboulakis)]; Virgilio, Regalità ellenistica² nr. 10, figg. 36-40; IG Iran Asie centr. nr. 66, fig. 66.

Cfr. Daux 1949, 287, n. 1; Robert, Hellenica VIII 73-75; BE 1950, 217; Roos 1950; Roos 1951; BE 1951, 234; Robert 1967, 289, n. 4; Bielman 2002, nr. 6; BE 2006, 434; Rahbar, Alibaigi, Haerinck, Overlaet 2014, tav. 3 (foto a colori).

Text

	Μενέδημος Ἀπολλοδότωι καὶ Λαοδικέων
	τοῖς ἄρχουσι καὶ τῆι πόλει χαίρειν. Τοῦ
	γραφέντος πρὸς ἡμᾶς προστάγματος
	[παρὰ τ]ο̣ῦ βασιλέως ὑποτέτακται
5	[τὸ ἀντί]γραφον. Κατακολουθεῖτε οὖν
	τοῖς ἐπεσταλμένοις καὶ φροντίσατε
	ὅπως ἀναγραφὲν τὸ πρόσταγμα εἰς στήλην
	λιθίνην ἀνατεθῆι ἐν τῶι ἐπιφανεστάτωι
	τῶν ἐν τῆι πόλει ἱερῶν. vac.
10	vac. Ἔρρωσθε. Θιρʹ Πανήμου γʹ vel ιʹ.
	vacat
	Β[α]σιλεὺς Ἀντίοχο[ς Μ]ενεδήμωι χαίρειν·
	[Βου]λ̣όμενοι τῆς ἀδ[ε]λφῆς βασιλίσσης
	Λαοδίκης τὰς τιμὰς ἐπὶ πλεῖον αὔξειν
	καὶ τοῦτο ἀναγκαιότατον ἑαυτοῖς
15	νομίζοντες εἶνα̣[ι], διὰ τὸ μὴ μόνον ἡμῖν φιλοστόργως
	καὶ κηδεμονικῶς αὐτὴν συμβιοῦν, ἀλ̣λὰ καὶ
	πρὸς τὸ θεῖον εὐσεβῶς διακεῖσθαι, καὶ τἆλλα μὲν
	ὅσα πρέπει καὶ δίκαιόν ἐστιν παρ’ ἡμῶν [αὐ]τῆι
	συναντᾶσθαι διατελοῦμεν μετὰ φιλοστοργίας
20	ποιοῦντες, κρίνομεν δὲ, καθάπερ ἡμῶ[ν]
	ἀποδείκνυνται κατὰ τὴν βασιλείαν ἀρχιερεῖς,
	καὶ ταύτης κ[αθ]ίστασθαι ἐν τοῖς αὐτοῖς τό[ποι]ς
	ἀρχιερείας, αἳ φ[ορ]ήσουσιν στεφάνους χρυ[σοῦς]
	ἔχοντας εἰκόν[α]ς αὐτῆς, ἐνγραφήσονται δὲ [καὶ]
25	ἐν τοῖς συν[αλ]λάγμασ[ιν] μετὰ τοὺς τῶν προ[γόνων]
	καὶ ἡμῶν ἀρχι[ερ]ε̣ῖ̣ς. Ἐπεὶ οὖν ἀποδέδεικτ[αι]
	ἐν τοῖς ὑπὸ σ[ὲ τό]ποις Λαοδίκη{ς}, συν̣[τελείσθω]
	πάντα τοῖς προγεγραμμένοις ἀκολο[ύθως],
	καὶ τὰ ἀντίγραφα τῶν ἐπιστολῶν, ἀναγραφέν[τα]
30	εἰς στήλας, ἀνατεθήτω ἐν τοῖς ἐπιφανεστάτοις τό[ποις]
	ὅπως νῦν τε καὶ εἰς τὸ λοιπὸν φανερὰ γ[ίν]ηται ἡ ἡμε[τέρα]
	καὶ ἐν τούτοις πρὸς τὴν ἀδελφὴν π̣[ρο]α̣ίρεσις.
	vac. Θιρʹ Ξαν[δικοῦ - - -]

Apparatus

1 Ἀπολλοδότωι Clairmont, Daux; Ἀπολλοδώρωι ed. pr., poi corretto in Hellenica VIII || 3 [γ]ραφέντος Rougemont, ma γ leggibile sulla fig. 66 || 10 Πανήμου ιʹ ed. pr., et alii; vel γʹ Robert 1967, sulla base del confronto con l'esemplare di Kermanshah in cui il documento del re è inoltrato dallo stesso ufficio di Menedemo con una lettera datata Πανήμου γʹ; γʹ vel ιʹ (?) Rougemont || 12 [Βου]λ̣όμενοι ed. pr.; [Βου]λόμενοι Clairmont, Virgilio, Rougemont || 17 τἄλλα Clairmont, Rougemont | τὰ ἄλλα ed. pr., Virgilio || 27 ΛΑΟΔΙΚΗΣΣΥΝ̣ lapis, con dittografia del sigma; ἐν τοῖς ὑπὸ σὲ τόποις <Λαοδίκη ἡ θυγάτηρ ἐμοῦ καὶ τῆς ἀδελφῆς βασιλίσσης> Λαοδίκης Roos 1950, Roos 1951, con «saut du même au même», ma l'esemplare di Kermanshah, pubblicato nel 1967, ha dato ragione all'ed. pr. || 31 γ[ίν]ηται ed. pr., Clairmont, come nella copia di Dodurga; γ[έν]ηται Canali De Rossi, Merkelbach-Stauber, come nella copia di Kermanshah || 33 né l'esemplare di Dodurga (nel quale non c'è data in calce al testo del re) né quello di Kermanshah permettono di restituire il giorno del mese in lacuna.

Translation

	Menedemo ad Apollodoto e ai magistrati e alla città di Laodicea, salute.
	Dell’ordinanza scrittaci dal re è allegata di séguito la copia. Conformatevi dunque a ciò che è stato disposto e abbiate cura che l’ordinanza, incisa su di una stele di pietra, sia eretta nel più eminente dei templi della città.
	State bene. Anno 119, 3 (o 10) Panemos.

	Re Antioco a Menedemo, salute.
	Desiderosi di accrescere il più possibile gli onori della sorella regina Laodice e convinti che ciò sia assolutamente necessario per noi – non solo perché ella condivide la nostra vita con affetto e sollecitudine, ma anche perché ella è pia nei confronti della divinità –, tutto ciò che conviene e ciò che è giusto che lei ottenga da noi, noi non cessiamo di farlo con affetto, e decidiamo che, come sono nominati nel regno grandi sacerdoti nostri, siano istituite (di volta in volta) negli stessi luoghi grandi sacerdotesse di costei, che porteranno corone d'oro con il suo ritratto e (i cui nomi) saranno iscritti nei contratti dopo i grandi sacerdoti degli antenati e nostri. Pertanto, poiché nei luoghi sottoposti alla tua autorità è stata nominata Laodice, si compia tutto conformemente a quanto è stato scritto sopra, e le copie delle epistole, incise su stele, siano erette nei luoghi più eminenti, in modo che ora e per l'avvenire sia manifesta anche in questo la nostra disposizione verso la sorella.
	Anno 119, [?] Xandikos.

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Figures

Da Rahbar et. alii 2014, 314

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