Abstract (max. 650 characters with spaces included) | Un’iscrizione
incisa sulla base di una statua offerta dal damos dei Siracusani a Zeus Hellanios è
stata rinvenuta in circostanze sconosciute presso il quartiere di Ortigia.
Come si evince dall’epigrafe, la statua doveva raffigurare Gelone, figlio di Ierone II, nelle vesti di basileus, sebbene la basileia di Gelone fosse nominale più che effettiva – e mai divenne
tale poiché egli morì prima del padre -, una designazione da parte di Ierone
del successore che rispondeva innanzi tutto all’esigenza, propria dei sovrani
ellenistici, di creare una dinastia regnante e di assicurare una successione. Riguardo alla cronologia del documento,
rimane valida e indicativa, la data del dono di Ierone e Gelone ai Rodii: nel
227 a.C. sembra infatti che Gelone fosse già al fianco del padre, cronologia
confermata anche dall’analisi paleografica. La menzione del damos nell’iscrizione siracusana e la sua personificazione nel noto
gruppo scultoreo donato da Gelone ai Rodii che raffigura il damos Siracusano che incorona quello Rodio confermano il ruolo attivo
avuto dal popolo siracusano durante tutto il regno di Ierone II, segno dunque
che non si trattava semplicemente di un governo che simulava un orientamento
democratico a fini di propaganda, ma piuttosto di una politica equilibrata in
cui, accanto al sovrano, la boule e
il damos avevano ancora un ruolo
importante che si sarebbe definitivamente perduto di lì a poco con la tirannide
di Ieronimo. In questo senso, la dedica dei Siracusani a Gelone si pone in
linea con le tradizioni del regno ieroniano e assume la funzione di esprimere,
mediante il ringraziamento ai sovrani per la loro politica moderata, la dignità
e il ruolo politico attivo del damos. |
Bibliography | IG XIV = Kaibel, G. (ed.) (1890). Inscriptiones Graecae, XIV. Inscriptiones Siciliae et Italiae, additis Galliae, Hispaniae, Britanniae, Germaniae inscriptionibus. Berlin.
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