Istruzione in crisi? Ne ragioniamo qui….

Recenti interventi sul Corriere della Sera di Ernesto Galli della Loggia sull’Università e di Francesco Giavazzi sulla Scuola meritano qualche considerazione e riflessione.

Scuola e Università sono vicine al collasso, non riuscendo a svolgere in alcun modo il proprio compito? come sostiene Galli della Loggia il 23 luglio scorso.

Ne dubitiamo in tutta onestà, per quanto riguarda l’Università.

Criticità esistono certamente e provocate dalla scarsa attenzione della politica per il tema della formazione superiore,lasciata troppo all’autonomia delle singole sedi,prive di obiettivi macro indicati a livello nazionale,spesso legate a logiche di breve periodo del territorio di riferimento, con l’attivazione di corsi non esportabili o di corsi doppioni di altri che offrono solo posti di docenza precaria.

Si,occorre intervenire sui contenuti dei corsi,il 3+2 ,per rendere la laurea breve e quella magistrale coerenti con gli obiettivi che ne hanno determinato la nascita,per renderli efficaci alle esigenze dei rispettivi sbocchi lavorativi.

Politiche per il futuro lavorativo degli studenti e per i bisogni in prospettiva del Paese e non per incrementare le docenze con incarichi spesso precari.

Le Università siano sempre più comunità aperte alla società e ai suoi bisogni; i Rettori siano espressione in maniera bilanciata di tutte le componenti che operano negli Atenei,anche tenendo conto della natura dei corsi attivi, per evitare la temuta polarizzazione di medicina e ingegneria.Una comunità è tale se chi la guida è espressione di tutti e ogni componente è essenziale e determinante per il suo funzionamento e per la sua esistenza.

E’ falso che il voto al PTA consenta ai sindacati di cogestire di fatto gli Atenei.

Oggi il potere sindacale negli Atenei è molto basso, perchè le leve non sono affatto nelle mani del personale amministrativo, nè della dirigenza, nè del Direttore Generale,con incarico fiduciario del Rettore pro tempore.

Certo, condividiamo la preoccupazione circa il proliferare di Università telematiche,spesso diplomifici a prezzi esosi, Ma l’errore sta nell’assenza di controlli efficaci da parte del Ministero competente e del territorio di riferimento.

Per quanto riguarda la Scuola, intanto riapriamola il 14 settembre e non interrompiamola per le votazioni del 20 e 21! Lo dobbiamo alle famiglie e dobbiamo dare un segnale agli studenti, nel senso che la società crede nel valore della scuola in presenza per una nuova ripartenza del Paese e per superare con l’impegno dei docenti le disuguaglianze, messe ancor più in evidenza dalla didattica a distanza resa necessaria dalla pandemia.

Le disuguaglianze possono si essere ridotte attraverso scuole sempre aperte, come sostiene Giavazzi nel suo fondo, ma purchè abbiano contenuti e raggiungano risultati visibili, per questo occorre una docenza formata allo scopo, anche per insegnare Educazione Civica. No a improvvisazioni e a riempitivi, il tema è troppo importante,perchè il degrado che si nota ogni giorno in tanti modi nel nostro vivere quotidiano va affrontato e combattuto con le armi della competenza, della professionalità, del ragionamento.

Andiamo finalmente verso una formazione a regime altamente qualificata della docenza di ogni ordine e grado, dopo quest’ultima stagione di emergenza,e ridiamo credibilità al ruolo, essenziale per il futuro del Paese.

La Scuola Italiana e l’Università italiana continuano a formare migliaia di studenti che si fanno onore sul lavoro in Italia e all’estero e questo è merito certo dell’impegno e delle capacità degli stessi, ma anche della professionalità di chi li ha formati e parliamo di migliaia di docenti che in silenzio svolgono con efficacia ed entusiasmo il loro lavoro e di una classe tecnico amministrativa che consente loro di operare.

Il Segretario Nazionale

Francesco Sorrentino