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ID AXON95
Autore/iRachele Cera
Data4-3-2024
TitoloLamina orfica da Ipponio
Riassunto (massimo 650 caratteri spazi inclusi)

La lamina di Ipponio (odierna Vibo Valentia) è stata rinvenuta nel 1969 all'interno di una necropoli situata nella parte bassa della città; viene datata tra V e IV a.C. Il supporto materiale dell'iscrizione è una lamina d'oro, la quale, al ritrovamento, si presentava ripiegata quattro volte, probabilmente per celare a occhi indiscreti il sacro testo contenuto al suo interno. Il documento presenta una scrittura progressiva destrorsa e si compone di sedici versi. Il contenuto della lamina si articola attorno al tema dell'iniziazione orfico-pitagorica, incentrata in questo caso sull'accompagnamento del defunto nel viaggio nell'oltretomba. La guida principale che si svela sin dal primo verso è la divinità femminile Mnemosine, madre delle Muse, la quale assume una funzione prettamente salvifica, poichè gli iniziati possono trovare la salvezza esclusivamente dissetandosi alla sua fonte. Il testo presenta una vera e propria geografia infera, atta a condurre il defunto iniziato alla liberazione dal ciclo delle reincarnazioni, condanna spettante a coloro che non abbiano partecipato all'iniziazione ai misteri.   

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Edizioni Ca' Foscari

SupportoLamina; oro; 5,9 - 4,9 × 3,2 cm, Al ritrovamento la lamina era ripiegata per 4 volte e misurava 1,4 x 1,6. Riaperta, si ottennero dieci rettangoli di cui due incompleti. Integro. Lo stato di conservazione è buono, il foglio aureo presenta piccole lacune a sinistra e in basso, dove però non viene interessata l’iscrizione. Essa appartiene alla categoria delle iscrizioni sacrali e consta di 16 righe iscritte.
CronologiaV secolo (4° quarto) - IV secolo a.C. (1° quarto).
TipologiaLaminetta 'orfica'.
Ritrovamento
1969. Gli scavi condotti da Ermanno Arslan hanno portato alla luce undici tombe e relativi corredi.
Italia, Calabria, Ipponio (Vibo Valentia).

Luogo di conservazioneItalia, Vibo Valentia, Museo Archeologico Statale di Vibo Valentia.
Scrittura
  • Struttura del testo: metrica, esametri.
  • Impaginazione: il foglio aureo è composto da 16 versi lineari che occupano tutto lo spazio disponibile, soprattutto in larghezza; la parte bassa della lamina presenta invece dello spazio libero.
  • Tecnica di scrittura: incisa.
  • Colore alfabeto: rosso.
  • Alfabeto regionale: delle colonie locresi.
  • Lettere particolari: alphaalpha; betabeta; deltadelta; epsilonepsilon; thetatheta; kappakappa; lambdalambda; mymy; nyny; rhorho; rhorho; sigmasigma.
  • Particolarità paleografiche: spaziatura e altezza delle lettere variabili.
  • Andamento: progressivo.
  • Lingua: greco nord-occidentale, varietà di Locride, dialetto di tipo ionico, con elementi dorici ed epici
    L1 μέλλῃσι: desinenza di terza persona singolare decisamente epica, definita 'dorismo epico'; L2 Ἀΐδαο: forma ionico-epica; L3 <h>εστακῦα: participio perfetto dorico; L5 τᾶς κράνας: dorismo; L6 τᾶς Μναμοσύνας ἀπὸ λίμνας: dorismo; L12 τῆς Μνημοσύνης ἀπὸ λίμ[νης]: forma ionica.
Lemma

Pugliese Carratelli, Foti 1974, 108-126; fig. 19 a-b; Lloyd-Jones 1975, 225-226; West 1975, 229-236; Merkelbach 1975, 8-9; Marcovich 1976, 221-224; Zuntz 1976, 129-151; Burkert 1977, 1-8 [Guarducci 1985, 113, 385-397; Iacobacci 1993, 249-264]; Gallavotti 1979, 337-359 [Musti 1984, 61-83]; Lazzarini 1987, 329-332; Tsantsanoglou, Parassoglou 1987, 3-16; Giangrande 1993, 235-248; Pugliese Carratelli 2011, 39-44; tav. 1.

Testo 

Μναμοσύνας τόδε <h>ιερόν· ἐπεὶ ἂμ μέλληισι θανεῖσθαι

εἶς Ἀΐδαο δόμους εὐήρεας· ἔστ᾽ ἐπὶ δεξιὰ κρήνα,

πὰρ δ᾽αὐτὰν <h>εστακῦα λευκὰ κυπάρισσος·

ἔνθα κατερχόμεναι ψυ<χ>αὶ νεκύων ψύχονται

5

ταύτας τᾶς κράνας μηδὲ σχεδòν ἐνγύθεν ἔλθηις

πρόσθεν δὲ hευρήσεις τᾶς Μναμοσύνας ἀπò λίμνας

ψυχρòν <h>ύδωρ προρέον· φύλακες δὲ ἐπύπερθεν ἔασι,

τοὶ δέ σε εἰρήσονται ἐν<ὶ> φρασὶ πευκαλίμαισι

ὅττι δὲ ἐξερέεις Ἄϊδος σκότος ὀρφ<ν>ήεντος

10

εἶπον· “<hυ>òς Βαρέας καὶ Οὐρανοῦ ἀστερόεντος,

δίψαι δ᾽ εἰμ᾽ αὖος καὶ ἀπόλλυμαι· ἀλλὰ δότ᾽ ὦ[κα]

ψυχρòν <h>ύδωρ πιέναι τῆς Μνημοσύνης ἀπò λίμ[νης]”

καὶ δὴ τοὶ ἐλεοῦσιν <h>υπò χθονίωι βασιλῆι,

καὶ δή τοι δώσουσι πιὲν τᾶς Μναμοσύνας ἀπò λίμνας

15

καὶ δὴ καὶ σὺ πιὼν hοδòν ἔρχεα<ι> hάν τε καὶ ἄλλοι

μύσται καὶ βάχχοι hιερὰν στείχουσι κλεινοί.

Apparato

εὐερέας Merkelbach || 1 ἠρίον ed. pr., Giangrande; θρῖον West; δῶρον Lloyd-Jones; σρῖον Marcovich; ἔρ<γ>ον Burkert, Guarducci, Iacobacci; εἴριον Gallavotti, Musti || 2 εἶσ' Zuntz; εἰς Guarducci | εὐρήσεις Lloyd-Jones | δεξιά Ξ sembra sovrapposto ad un Ε; alla fine di questa linea, dopo un breve spazio, si leggono i segni di Τ e Ṇ e sotto di questi, alla fine del verso seguente, compaiono i segni Ạ e Ο. || 4 ψυχαὶ inizialmente lo scriba deve aver inciso ΨΧ, poi ha corretto Χ con Υ, ed ha inciso ΚΑΙ al posto di ΧΑΙ; fra Υ e Κ si scorge un piccolo Χ || 9 οὐλοέεντος Merkelbach, Marcovich, Guarducci, Lazzarini, Giangrande || 10 Γαίας Zuntz; Γᾶς εἰμι Guarducci, Lazzarini | Βαρέας dopo questa parola si nota uno spazio vuoto corrispondente ad una lettera || 12 π[ρο]ρέον ed. pr.; π[ροσ]τῆναι Gallavotti; πιν αὐτῆς Guarducci, Lazzarini, fra Π e ΙΕΝ si nota uno spazio corrispondente a due lettere || 13 τελέουσι West, Tsantsanoglou-Parassoglou ; ἐρέουσιν Lazzarini || 14 λίμνας le ultime tre lettere della parola sono iscritte lungo il margine destro della laminetta.

Traduzione
Questo è il sacro (dettato) di Mnemosine: (per l’iniziato), dopo che abbia iniziato a morire. Andrai alle case di Ade ben costruite: sulla destra vi è una fonte, di fianco ad essa un bianco cipresso si erge; lì discendono le anime dei morti per avere refrigerio. Non avvicinarti assolutamente a questa fonte; ma troverai più avanti la fredda acqua che scorre dal lago di Mnemosine: al di sopra vi sono i custodi, i quali ti chiederanno, con mente accorta, perché ti accingi ad indagare la tenebra dell’Ade caliginoso. Di’: “(Sono) figlio della Terra e del Cielo stellato; di sete son arso e vengo meno: ma datemi da bere la fresca acqua (che viene) dal lago di Mnemosine”. Ed essi sono misericordiosi per volere del re degli Inferi, e ti daranno da bere (l’acqua) dal lago di Mnemosine; e anche tu, dopo aver bevuto, percorrerai la sacra via sulla quale anche gli altri iniziati e bacchoi procedono gloriosi.
Bibliografia

Guarducci, Epigrafia greca IV = Guarducci, M. (1978). Epigrafia Greca IV. Epigrafi sacre pagane e cristiane. Roma.

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Guarducci, Epigrafia greca² = Guarducci, M. (1987). L'epigrafia greca dalle origini al tardo impero. Roma (ristampa 2005).

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Lazzarini, M.L. (1987). «Sulla laminetta di Hipponion». ASNP, 17, 329-332.
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Alcuni browser (in particolare Chrome e versioni molto recenti di Firefox) non rendono correttamente un gruppo di caratteri presenti nel testo di alcune iscrizioni, per lo più arcaiche. I caratteri che possono presentare il problema sono riportati nella sottostante tabella, in cui si può immediatamente verificare il comportamento del browser in uso. Nel caso sfavorevole, infatti, nella seconda riga al posto della lettera apparirà unl'icona sempre uguale a significare l'incapacità di rappresentarla:

Le soluzioni che vi proponiamo sono le seguenti:

  • impiegare un browser che non presenti il problema (suggeriamo ad esempio IExplorer 11 o successivi per Windows; Safari per Mac);
  • installare nel vostro computer il font Cardo di David Perry. A tale scopo è necessario:
    • scaricare il font Cardo da qui;
    • installarlo nel vostro computer;
    • spuntare la casella sottostante (la scelta sarà memorizzata per le sessioni successive).